Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Wednesday, July 27, 2005

rogeno L'ok della Regione alla cementeria suscita molte proteste fra le amministrazioni e le associazioni ambientaliste La «Holcim» brucia tonnellate

LA PROVINCIA DI LECCO 26 07 05


rogeno L'ok della Regione alla cementeria suscita molte proteste fra le amministrazioni e le associazioni ambientaliste La «Holcim» brucia tonnellate di fanghi: Comuni in guerra


ROGENO (d. bon.) Nuove polemiche intorno alla cementeria di Merone. Dopo le controversie dei mesi scorsi, legate alla possibilità per la cementeria di bruciare nei propri forni la spazzatura ridotta in Cdr (Combustibile derivato dai rifiuti), a far discutere è l'approvazione di un nuovo provvedimento del Pirellone. Un provvedimento con il quale la Regione ha concesso alla Holcim il permesso di bruciare 13 mila tonnellate all'anno di fanghi prodotti dal trattamento delle acque, e contro il quale si sono subito scatenate le proteste dell'amministrazione e delle associazioni ambientaliste. A preoccupare gli abitanti e gli amministratori dei comuni intorno a Merone, le possibili conseguenze ambientali che la nuova attività potrebbe avere. «Se da un lato la Holcim sostiene che queste 13 mila tonnellate di fanghi del depuratore, considerati rifiuti non pericolosi, sostituiranno una quantità analoga di rifiuti pericolosi (costituiti da miscele oleose e da residui peciosi), - sottolineano i responsabili dell'associazione «Rete donne Brianza», con sede a Merone - dall'altro sembra ormai chiaro che la cementeria si sta trasformando a tutti gli effetti in un inceneritore per rifiuti». Cambiamento che preoccupa soprattutto «perché - proseguono i responsabili dell'associazione - ciò significa che le sue scelte strategiche future verranno guidate dalla maggiore o minore convenienza economica nello smaltimento di questo o quel rifiuto, indipendentemente dalla sua pericolosità per la salute dei cittadini». Ma non solo. Perché le eventuali conseguenze ambientali dell'attività di incenerimento dei rifiuti, «andrebbero a incidere su un'area come la nostra, che - sottolinea il vicesindaco di Rogeno e consigliere provinciale per i verdi Rocco Pugliese - già nel 1988 veniva considerata ad alto rischio ambientale». Da qui la preoccupazione degli amministratori locali, che storcono il naso di fronte alla possibilità di incenerire «una quantità enorme di fanghi dei quali non è data sapere la provenienza», -sottolinea Pugliese. Ma tra i motivi di insoddisfazione indicati dall'amministrazione rogenese c'è anche «una questione di metodo. - spiega il vicesindaco - Oltre a non coinvolgere nel procedimento amministrativo i Comuni della provincia sui quali ricadranno le conseguenze ambientali della cementeria, infatti, la Regione non risponde nemmeno alle istanze delle amministrazioni locali. Un fatto grave, dimostrato dalla mancanza di risposte a una nostra obiezione datata maggio 2001, con la quale avevamo presentato una petizione al Consiglio regionale contro le attività di incenerimento di farine animali nei forni della cementeria».

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