Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Saturday, July 09, 2005

UN'EMERGENZA SOTTOVALUTATA

UN'EMERGENZA SOTTOVALUTATA
Roberto Fumagalli, ambientalista ed esponente di Rifondazione Comunista, in occasione di un convegno organizzato per sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo al problema delle immissioni nell'atmosfera di fumi nocivi e pericolosi per la salute pubblica, ha affrontato il "caso Italcementi" di Calusco d'Adda, diffondendo dati allarmanti e oltremodo inquietanti: nell'"isola bergamasca" si è registrata la più alta percentuale di casi di tumore in Italia. Una drammatica notizia che, se confermata, dovrebbe preoccupare oltre alla popolazione della zona interessata e di quelle limitrofe, tutti coloro che vogliono tutelare la pubblica incolumità, e soprattutto le forze politiche, dimostratesi negligenti o addirittura indifferenti di fronte ad una problematica di tale portata.
Il contendere riguarda, secondo l'ecologista, il cementificio di Calusco, ma anche altre realtà territoriali, e in particolare l'analogo stabilimento dove si produce cemento sito a Merone, che provoca secondo dati forniti dall'Arpa l'immissione del 36% del biossido di zolfo presente nell'aria della provincia di Como, il 25% di ossidi di azoto, e addirittura 56 tonnellate l'anno di PM10, le temibili polveri sottili. Le cifre si commentano da sole e dimostrano la pericolosità dell'"ecomostro" costruito in pochi mesi dall'Italcementi, in sfregio, secondo gli ambientalisti, ad ogni norma legislativa e di buon senso civico, provocando un impatto ambientale devastante e dall'inaudita pericolosità.Il circolo Legambiente del Meratese ha inviato una serie di osservazioni alla Regione e al ministero competente, contrarie all'utilizzo nei forni della Italcementi di tre combustibili alternativi (Ecofluid, Rasf, Cdr), denunciando l'alta densità abitativa della zona dove è installato l'impianto e il pericolo derivante da possibili malfunzionamenti o da analisi sulla qualità delle sostanze immesse nell'atmosfera poco attente o poco considerate. I responsabili del Circolo evidenziano la presenza in questa parte di regione di troppi impianti considerati a rischio, anche se il problema non va affrontato nel tentativo di spostare le produzioni da una zona all'altra del Paese, ma imponendo regole precise di garanzia sui processi produttivi e sui sistemi di antinquinamento applicati.Purtroppo, l'interesse economico nel settore dell'incenerimento dei rifiuti in genere, e di quelli provenienti dalle cementerie e da tante altre industrie con lavorazioni pericolose per l'utilizzo di sostanze nocive (il territorio ne conta moltissime) rappresenta un eccezionale business: secondo alcuni dati forniti da Alessandro Pozzi, assessore all'ambiente nel comune di Osnago, la Holcim, proprietaria dell'impianto di Merone, incasserebbe dall'utilizzo dei forni ben 53 milioni di euro l'anno, ed è chiaro quindi come si scateni la corsa nel settore per progettare nuovi impianti e aprire cantieri. Il desiderio di profitto indiscriminato, e la negligenza della politica, causano un costo sociale enorme, che lascia la popolazione indifesa e spesso inconsapevole del rischio subito quotidianamente, respirando aria pregna di residui tossici, e, proprio in conseguenza di questa situazione, diventa legittimo domandarsi come si possano autorizzare certe realizzazioni e con quali effettive garanzie.L'Italia ha vinto la battaglia contro il fumo con l'applicazione di norme severe, ma necessarie ed utili, ed ora dovrebbe essere chiamata, grazie anche al coinvolgimento plebiscitario dei cittadini, ad una battaglia ancora più importante, che non può essere delegata ad un movimento ecologista, o ad una sola parte politica.L'impegno di pochi potrebbe dimostrarsi inutile in un confronto dove gli interessi sono tanto alti, e, pertanto, diverrà indispensabile e improrogabile il coinvolgimento delle forze politiche e sociali, dei mass media, e di quanti, interessati alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica, vorranno impegnarsi: occorrerebbe una mobilitazione simile a quella meritoria condotta dal Comitato di Salvaguardia dell'ospedale di Merate.
Dario Meschi

No comments:

Labels