Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Thursday, July 24, 2003

MERATEONLINE 24 07 03


La segnalazione è giunta dai residenti della zona



Italcementi: fuga di gas sospetti dai
nuovi impianti del Mostro di Calusco. Allarme in
bergamasca ma anche in Brianza







I cittadini: ``Vogliamo sapere cosa respiriamo
e quali saranno le conseguenze per la salute``









L’episodio si è verificato sabato 12 luglio, ma è venuto alla luce solo due settimane dopo, grazie alla segnalazione di alcuni residenti della zona che hanno deciso rendere pubbliche le fotografie di una fuga di sostanze sospette dalla nuova linea produttiva dell’Italcementi di Calusco d’Adda. Per circa un’ora da una tubatura vicino agli altiforni è fuoriuscito un denso fumo grigio scuro che ha avvolto tutti gli impianti e le abitazioni circostanti per poi ricadere a terra sotto forma di ghiaia e polveri pesanti che hanno imbrattato strade ed edifici. Della vicenda sono stati tempestivamente informati anche dirigenti dell’Arpa – Agenzia regionale protezione ambiente – di Bergamo, il dipartimento di prevenzione dell’Asl di Bonate Sotto e l’Amministrazione comunale, ma, a quanto è dato di sapere, solo gli agenti della Polizia locale di Calusco hanno effettuato un sopralluogo e di compilare un verbale di denuncia di chi abita nei pressi degli stabilimenti. Anche da parte dell’Italcementi non è giunta alcuna risposta alle domande di chiarimenti per sapere se il guasto tecnico abbia conseguenze sulla salute.







Il fumo grigio che sabato 12 ha avvolto altiforni e linea di cottura.
Le esalazioni erano talmente dense che quasi nascondevano gli impianti


Da quanto si è potuto apprendere la nuvola scura sarebbe stata causata da un cedimento di un tubo in cui passa clinker, ovvero polvere particolare che serve per la formazione del cemento, composta da minerali e farine animali. Per la realizzazione del clinker occorre macinare precedentemente il cosiddetto “crudo”, insieme alla farine, petcoke e materie prime che vengono cotti nello speciale altoforno che può raggiungere temperature elevatissime vicino ai 1.400 °. I bruciatori generalmente vengono alimentati a carbone,oppure con oli combustibili. Per rendersi conto del calore necessario al complesso procedimento che da origine al cemento basta pensare che generalmente i forni inceneritori per i rifiuti non supero gli 800 gradi. In un’ora la nuova linea di produzione è in grado di macinare 260 tonnellate di crudo e bruciare dalle 20 alle 26 tonnellate di combustibile solido che, sfruttando il deposito di 1.100 tonnellate generano in un giorno 3.600 tonnellate di cemento. I gas di scarico della lavorazione vengono poi espulsi da un camino alto 120 metri che domina l’intera Brianza e che dovrebbe assicurare maggiori garanzie rispetto ai precedenti scarichi. Polveri e fumi possono poi ricadere in un raggio che raggiunge i 30 chilometri, quindi, oltre a tutta la bergamasca, anche l’intera area del meratese e del lecchese.

Gli esami degli scarichi hanno riscontrato la presenza di calcite, quarzo, albite, alluminato tricalcio o celite, il lite e caolinite e allumosilicato di calcio e magnesio che generalmente rimangono sospesi in aria ma che in particolari condizioni atmosferiche possono precipitare al suolo. Le sostanze, per lo più minerali, non sono molto tollerate dall’organismo umano e possono provocare fastidiose reazioni cutanee e allergiche, non esluse malattie respiratorie e forse tumorali. Dati precisi sui decessi per cancro a Calusco e dintorni non ve ne sono, ma sono in molti quelli che sostengono che alcune persone sono morte a causa di patologie respiratorie molto rare oche comunque si credevano debellate da tempo.

E’ quindi comprensibile che la perdita di materiale per la lavorazione del cemento che si è verificata due sabati fa abbia destato molta preoccupazione in paese e che i cittadini vogliano vederci chiaro. “Nessuno vuole cacciare l’Italcementi – ha detto Paolo Ghinzani dell’omonima concessionaria che sorge proprio di fronte al colosso industriale – E’ qui da trent’anni e ha dato da vivere a migliaia di persone. Vogliamo però maggiori garanzie e essere informati delle possibili conseguenze delle lavorazioni che vengo effettuate”. Ogni giorno infatti hanno modo di vedere meglio di altri gli effetti della ricaduta di polveri e fumi che imbrattano le macchine esposte costringendoli a spendere centinaia di euro all’anno in pulitura e verniciatura dei veicoli. “Solitamente occorrono tre settimane prima che due dita di polvere coprano completamente le carrozzerie dei nostri veicoli – ha spiegato – ma sabato è bastata qualche ora. Significa che qualcosa non ha funzionato, anche se nessuno ci ha avvertito né ha voluto dirci nulla. I detriti che hanno ricoperto le macchine sono però stati anche inalati da noi e da chi abita nella zona. Ci hanno assicurato che la nuova linea di cottura dell’Italcementi ridurrà le sostanze inquinanti e non abbiamo motivo di dubitarne, anzi ce lo auguriamo tutti. Quanto successo nell’ultimo fine settimana non è però una buona credenziale”.

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