Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Thursday, January 30, 2003

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 29 01 03

ZONA INDUSTRIALE
Situazione esplosiva tra i capannoni. Dopo il sequestro Petitpierre...
Amianto, ordinata un'altra bonifica
Il sindaco di Modugno: «Trenta giorni per sicurezza e risanamento all'Italcementi»

San Paolo, zona Cecilia, Modugno, Bitetto: la zona industriale di Bari è una polveriera. Fioccano le segnalazioni di inquinamento prodotto da capannoni in disuso, rifiuti abbandonati, operazioni superficiali di trattamento di materiali pericolosi per la salute. Dopo il sequestro dei terreni esterni ai capannoni della Petitpierre, a cavallo tra i territori di Bari e Modugno, ecco alla ribalta la «dipendenza» locale di una grande azienda nazionale, l'Italcementi.
Del caso si occupa la magistratura. Il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale, Roberto Rossi, ha disposto una consulenza di parte, affidandola ad un tecnico esperto. Si tratta di avere una dimensione precisa di quantità e tipo di materiali pericolosi presenti all'interno e all'esterno dei capannoni. Materiali che, stando alla relazione dei vigili del Nota (Nucleo operativo per la tutela dell'ambiente) della Provincia di Bari, mostrano una grande preponderanza di materiali contenenti amianto: sul nastro trasportatore, i filtri di depolverazione del reparto macinazione, i rivestimenti, i condotti e i cicloni di abbattimento del reparto forni, nonché le tubazioni e il serbatoio di contenimento della sala caldaie.
Il Comune di Modugno è corso subito ai ripari. In ossequio al dettato del decreto ministeriale 471 del 1999, il sindaco, Giuseppe Rana, ha disposto che l'azienda provveda immediatamente (nell'arco di trenta giorni dalla data della notifica dell'ordinanza) alle operazioni di messa in sicurezza d'emergenza prima e di bonifica successivamente. Il provvedimento sindacale è partito ieri mattina da palazzo Santa Croce destinazione la direzione generale della Italcementi spa di Bergamo. E una copia è stata trasmessa anche alla Procura della Repubblica, che come abbiamo detto ha già disposto accertamenti sui rischi per la salute (dei lavoratori e dei residenti) presenti nell'area inquinata.
L'Italcementi si trova in uno dei tipici stabilimenti che si sono occupati nel recente passato di lavorazioni insalubri e che, con l'espansione urbanistica, sono stati di fatto inglobati dalle case. La dislocazione urbanistica è quella che desta maggiore preoccupazione, giacché le strutture in amianto dello stabilimento (come di tutti gli stabilimenti in queste condizioni) sono soggette a degrado e a potenziale rilascio di fibre dall'elevato potere cancerogeno. Il caso emblematico, in tal senso, pur non trattandosi di un cementificio, è quello della Fibronit di via Caldarola, al quartiere Japigia, azienda insalubre di prima classe nata in una zona periferica che poi è diventata ad altissima densità abitativa.
Stando ai rapporti stilati nel tempo sullo stabilimento dell'Italcementi, l'azienda avrebbe presentato un primo piano di lavori per la bonifica in base alla vecchia normativa di riferimento, nel 1999. Il dipartimento di prevenzione e Polizia sanitaria dell'Asl di Modugno, poi, ha prodotto una relazione nella quale risulterebbe l'intenzione dei proprietari dello stabilimento di presentare una nuova idea progettuale sulla base della normativa più recente.
Ma il sopralluogo degli agenti del Nota della Provincia di Bari, successivo a questo verbale dell'Asl, ha verificato una situazione nella quale «i capannoni visitati sono igienicamente inaccessibili. A parte le macerie esistenti all'interno e le tubazioni smontate, rivestite di amianto sgretolato, altro rischio è quello costituito dalle polveri diffuse dai pavimenti, saturi di polveri di cemento». Non sarebbe in buone condizioni neanche l'amianto usato per rivestimento all'interno dei capannoni. «Elevato appare il rischio - concludono gli agenti coordinati dal maresciallo Michele Caiati - di rilascio di fibre a causa di correnti e flussi d'aria in grado di sollevare la polvere dal suolo».
Gli accertamenti disposti dalla magistratura, adesso, aiuteranno a fare ulteriore chiarezza. Ma intanto, per il Comune di Modugno, preme l'urgenza della messa in sicurezza a tutela della salute di tutti. Il conto alla rovescia è già iniziato.



Giuseppe Armenise

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