Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Wednesday, January 08, 2003


L'ECO DI BERGAMO 06 01 03

Controllo dello smog L'Arpa sbarcherà in 12 paesi
La valutazione dell'inquinamento atmosferico si fa ancora più capillare con il nuovo programma di monitoraggio con veicoli mobili. Ad affiancare l'attività alle centraline fisse saranno laboratori itineranti per il monitoraggio della qualità dell'aria e la promozione di 106 campagne periodiche, di durata non inferiore a 30 giorni, in punti strategici della Regione.
Queste sono in breve le linee generali per il 2003 stabilite dal settore Aria dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Lombardia. La proposta delle zone da monitorare è stata avanzata dai dipartimenti provinciali, tenendo conto delle segnalazioni dei Comuni, nonché in rapporto alla presenza di stazioni fisse.
A Bergamo un laboratorio mobile è già attivo da tempo e anche quest'anno è stato predisposto un programma itinerante. «Chiaro - dice Giacomo Gallinari, responsabile dell'Unità operativa aria dell'Arpa di Bergamo - che se ci fosse assegnato un nuovo mezzo potremmo raddoppiare il numero di paesi nei quali avviare l'attività». In ogni caso, questi saranno i paesi sottoposti all'esame nel corso del 2003: Dalmine a gennaio, Osio Sopra a febbraio, Capriate a marzo, Calusco ad aprile, Endine Gaiano a maggio, Martinengo a giugno, Cavernago a luglio, Parre ad agosto, Azzano San Paolo a settembre, Palazzago a ottobre, Treviglio a novembre e Fontanella al Piano a dicembre. Dalmine e Treviglio saranno monitorate in zone diverse da quelle in cui sono in funzione le centraline fisse.
Intanto, ieri per il terzo giorno consecutivo le polveri sottili hanno superato la soglia d'attenzione nell'area critica di Bergamo. Ma è probabile che la pioggia abbia abbassato lo smog al punto da scongiurare il blocco dei veicoli non catalizzati.


MERATEONLINE 04 01 03

Il vescovo di Bergamo e il prevosto del paese hanno criticato il colosso del cemento che con l’innalzamento delle due torri ha rovinato il panorama di tutta la zona e sminuito la cupola della chiesa parrocchiale
Calusco - Anche la Curia contro “il mostro”d ell’Italcementi
Durante i collaudi dell’impianto, i vecchi altiforni e la nuova linea di produzione funzionano contemporaneamente saturando l’aria di gas di scarico e di polveri fini

Anche per la Curia di Bergamo e lo stesso vescovo della diocesi d’oltre Adda Monsignor Roberto Amedei le due torri dei nuovi impianti di produzione dell’Italcementi di Calusco d’Adda sono uno scempio ambientale. Con i 120 metri di altezza gli altiforni rovinano infatti tutto il paesaggio che da oltre un secolo è stato dominato solo dall’immensa cupola della parrocchia del paese. La possente volta, sovrastata dalla statua rivestita d’oro di Maria Immacolata, è il simbolo del paese che si scorge da tutt’intorno e nelle giornate limpide anche dalle prealpi orobiche e dalla Città Alta grazie al sole che riflette sulla Vergine e illumina la sommità semisferica della basilica. Con il suo Vescovo è sceso in campo pure il curato di Calusco, don Roberto Trussardi. “Nessuno può negare che i due altiforni sono veramente orrendi esteticamente – dice – e che rovinano il panorama sia nella bergamasca sia nella confinante Brianza”. “Certo – precisa il sacerdote – le mie sono considerazioni personali, come quelle di Monsignor Roberto Amedei, ma in molti la pensano allo stesso modo”. Nessuno dunque mette in dubbio che la nuova linea di produzione in futuro diminuirà il tasso di inquinamento in paese e la presenza di polveri nocive, sebbene per un giudizio in merito associazioni ambientaliste, comitati civici di tutela del territorio e i residenti a ridosso degli stabilimenti dell’Italcementi preferiscono attendere i primi risultati delle analisi sulla qualità dell’aria. “Al momento – spiega don Roberto – non possiamo fare altro che delle rassicurazioni dei responsabili dell’Italcementi, ma credo comunque che occorra tenere continuamente monitorata la situazione ambientale”. La stessa richiesta è stata avanzata anche dai gruppi sorti contro il “mostro” di Calusco che mirano ad ottenere esami continui dell’aria e dei gas di scarico dei nuovi forni di cottura e di smaltimento dei residui della produzione di calcina che possono raggiungere temperature elevatissime.
Il prevosto non ha risparmiato critiche neanche all’Amministrazione comunale che “non ha fatto nulla per impedire la realizzazione delle torri e non ha adoperato gli strumenti in suo potere per evitare l’innalzamento degli altiforni”. “La Giunta attuale che si ispira all’Ulivo, ma anche la precedente – dichiara – si sarebbe certamente mobilitata convocando assemblee e presidi popolari per chiedere maggiori garanzie all’Italcementi se invece che al governo fosse stata all’opposizione”.
Ma i vertici della Curia bergamasca e il sacerdote di Calusco non sono gli unici ad lamentarsi. Anche numerosi cittadini hanno espresso forti critiche verso la Italcementi. Dal 27 dicembre infatti i nuovi impianti sono in fase di collaudo e funzionano in coppia con la vecchia linea di cottura provocando la saturazione dell’aria con i gas di scarico. Le operazioni di accensione e spegnimento dei moderni altiforni generalmente vengono compiute la sera pere verificare soprattutto la tenuta del materiale isolante, ma si sono verificati casi in cui i collaudi sono stati effettuati di giorno: una densa colonna di fumo grigio ha invaso il cielo e tutto il paese rendendo l’aria irrespirabile. Tra le persone più impegnate contro la Italcementi vi è Paolo Ghinzani, titolare dell’omonima concessionaria di automobili della Lancia. “Le macchine che espongo – si sfoga – sono praticamente cementate. Non mi preoccupo solo per le auto che devo vendere, ma soprattutto per quello che respiro e sono costretto ad ingoiare. E’ da anni che con il colosso bergamasco sto portando avanti una battaglia legale, ma sino ad ora senza nessun successo”.


Daniele De Salvo

© www.merateonline.it
Il primo giornale digitale della provincia di Lecco

MERATEONLINE 29 12 02

Il giorno dopo Santo Stefano il colosso bergamasco
ha effettuato una prova di accensione della nuova catena di produzione
Il “mostro di Calusco” è entrato in funzione il 27 dicembre ma gli ambientalisti vogliono maggiori garanzie per il futuro
Amministrazioni limitrofe e gruppi di tutela paesaggistica pretendono
severi controlli per il rispetto delle norme contro l’inquinamento

Hanno operato solo per poche ore, giusto il tempo di consentire ai tecnici specializzati di verificarne la corretta accensione e il rispetto delle procedure di avvio. Un brusio sommesso che nel volgere di alcuni minuti si è trasformato in un rombo dal suono grave e continuo. Poi un rumore metallico ha imposto nuovamente il silenzio e nelle campagne di Calusco, a ridosso del fiume Adda, è tornata la tranquillità. Tutto si è svolto regolarmente, senza incidenti né disguidi, almeno secondo la Italcementi che il 27 dicembre, come chiesto qualche settimana fa all’Amministrazione comunale, ha messo in moto i nuovi impianti produttivi. La paura tra alcuni cittadini e i responsabili delle associazioni ambientaliste resta tuttavia alta. Il nuovo forno, i cui comignoli si scorgono da tutta la Brianza e raggiungono un’altezza di 120 metri, può macinare 260 tonnellate di cemento crudo e 26 di combustibile all’ora con una linea di cottura di 36mila quintali di materiale che hanno la capacità di sviluppare temperature elevatissime, in grado di bruciare quasi tutte le sostanze, anche le più nocive.
Il colosso bergamasco garantisce tuttavia che la nuova linea di produzione avrà solo ripercussioni positive, sia sul fronte dell’inquinamento sia su quello della viabilità e quindi della qualità della vita dei cittadini. Due teleferiche sono state completamente smantellate e sostituite con un nastro che scorre sottoterra, tre mulini utilizzabili contemporaneamente hanno lasciato posto ad un unico molino crudo e invece di quattro forni ne funzionerà uno solo. Ciò dovrebbe portare ad una minore percentuale di fumi inquinanti, ad un ridotto dispendio energetico, al riciclo dell’acqua per il raffreddamento e soprattutto ad monitoraggi e controlli più stretti dei fumi di scarico.
Comitati civici sorti ovunque, sia sulla sponda bergamasca, sia sulla sponda lecchese dell’Adda, tuttavia non sembrano fidarsi ed esigono che gli stabilimenti della Italcementi vengano continuamente sottoposti a verifiche. Alcuni rappresentanti dei gruppi di tutela ambientale hanno incontrato il primo cittadino di Calusco proprio per domandare garanzie in merito e per spingere per l’installazione di apposite centraline che dovranno verificare il rispetto dei parametri delle polveri e delle altre sostanze disciolte nell’aria e a terra. Anche l’Amministrazione di Paderno si è mobilitata e il primo cittadino Angelo Rotta e il suo assessore Walter Motta hanno domandato una riunione con i colleghi d’oltre - fiume per sostenere la causa delle associazioni ambientaliste. “Ormai le due torri, come comunemente vengono chiamate – ha spiegato lo stesso Rotta – sono costruite e non si possono certo abbattere. Ora occorre solo vigilare e verificare che realmente il nuovo impianto diminuisca l’inquinamento. L’impatto ambientale non è certo dei migliori, ma se la qualità dell’aria ne trarrà giovamento credo che sia un prezzo ragionevole da pagare e con il trascorrere dei mesi ci abitueremo anche ai due enormi funghi di cemento”.
Non tutti però sembrano intenzionati a scendere a patti. Alcuni sostenitori delle associazioni di tutela paesaggistica stanno studiando tutti gli incartamenti per verificare la regolarità dei progetti, approvati agli inizi degli anni ’90 ma realizzati solo nel 2000, quando le norme per la salvaguardia del territorio sono diventate molto più restrittive. Non sono escluse neppure azioni legali e ricorsi al Tar contro la Italcementi o l’Amministrazione di Calusco se verrà accertato il mancato rispetto di leggi e regolamenti. Il Comitato dell’Isola, sorto proprio per contrastare l’innalzamento delle due torre, sta compilando in questi giorni un documento da consegnare ai vertici dell’azienda e del comune per suggerire soluzioni per fugare ogni dubbio di possibile inquinamento. “Di certo – ha spiegato Alessandro Previtali del gruppo ambientalista – l’Amministrazione ha peccato di leggerezza e ha dimostrato di non conoscere le procedure. Il danno ormai è stato fatto e i due forni non verranno più abbattuti. Vogliamo però garanzie almeno per il futuro”.
Daniele De Salvo


CORRIERE DELLA SERA 28 12 02

Piste ciclabili e parcheggi: dalla Regione 1,5 milioni di euro.
Centri storici più belli e accessibili
I finanziamenti a 14 Comuni e all’Unione commercio e turismo di Milano
MILANO - Abbattimento delle barriere architettoniche, piste ciclabili, parcheggi, riqualificazione dei centri storici, illuminazione scenografica di monumenti. E anche tutti quegli interventi finalizzati a migliorare la viabilità e gli accessi alle aree urbane in Lombardia. Su proposta dell'assessore al Commercio Mario Scotti, la Giunta regionale ha stanziato, allo scopo, un milione e 402 mila euro a favore di 14 Comuni e a un'associazione di categoria. Nel dettaglio, sono stati assegnati: 200 mila euro all'Unione Commercio Turismo di Milano, in provincia di Brescia 10.800 euro sono andati al Comune di Lozio, 62.729 euro a Monte Isola, 50.700 euro a Ome, 23.400 euro al Comune di Ceto, 131.239 a Borno. Nella Bergamasca il Comune di Borgo Terzo si è visto assegnare 197.788 euro, 179.700 euro sono andati a Calusco d'Adda, 77.518 euro ad Ardesio, 30.500 euro a Palazzago. In provincia di Sondrio, Morbegno riceve 115.560 euro, 54.861 euro vanno a Buglio in Monte in provincia di Lecco e 35.252 euro al Comune di Esino Lario. In provincia di Mantova 88.244 euro toccheranno a Suzzara, 143.839 euro al Comune di Pegognaga.
Lo stanziamento regionale, pari al 30 per cento della spesa ammissibile, oltre al miglioramento dell'arredo urbano, attraverso nuove pavimentazioni di strade, sistemazione di insegne commerciali e riqualificazione dei mercati comunali, rivolge una particolare attenzione a progetti frutto di collaborazione fra Comuni, associazioni e imprese.


L'ECO DI BERGAMO 28 12 02

Fondi regionali per rilanciare i centri di Calusco, Ardesio, Palazzago e Borgo

La Regione ha stanziato un milione e 402 mila euro per opere di riqualificazione urbana in 14 Comuni lombardi.
Si tratta di interventi finalizzati all'abbattimento di barriere architettoniche, alla costruzione di piste ciclabili e alla realizzazione di parcheggi.
Sono stati inoltre finanziati progetti tesi alla riqualificazione dei centri storici sotto il profilo urbanistico attraverso l'installazione di impianti di illuminazione scenografica di edifici monumentali e opere di interesse artistico.
Nell'elenco dei paesi che hanno beneficiato dei fondi stanziati dalla giunta regionale su proposta dell'assessore al Commercio Mario Scotti, ci sono quattro paesi bergamaschi: Borgo di Terzo, Calusco, Ardesio e Palazzago. Nello specifico a Borgo di Terzo sono stati assegnati 197.788 euro, 179.700 euro a Calusco, 77.518 ad Ardesio e 30.500 a Palazzago.
Altre somme sono state destinate a Comuni delle province di Brescia (Lozio, Monte Isola, Ome, Ceto e Borno), Sondrio (Morbegno e Buglio in Monte), Lecco (Esino Lario), Mantova (Suzzara e Pegognaga) e all'Unione commercio e turismo di Milano.
Lo stanziamento regionale è pari al 30% della spesa ammissibile ed è finalizzato al miglioramento dell'arredo urbano attraverso nuove pavimentazioni di strade, sistemazione di insegne commerciali e riqualificazione dei mercati comunali.
Sono stati favoriti nella selezione dei tecnici regionali, i progetti che sono nati grazie alla collaborazione fra Comuni, associazioni e imprese.
«In questo modo –ha spiegato l'assessore Scotti – si offre un concreto supporto alle imprese commerciali lombarde per operare in un contesto urbano più accogliente ed efficiente e offrire così un servizio sempre più qualificato».







MERATEONLINE 14 12 02

Cresce il timore tra la popolazione per possibili incidenti
Calusco: Italcementi chiede di attivare i nuovi impianti a Natale.
Insorgono cittadini e associazioni ambientali

I gruppi di tutela del territorio hanno espresso perplessità sulla data di accensione della nuova linea di produzione e assicurano che vigileranno costantemente perché vengano rispettate le normative di sicurezza e i parametri di immissione nell’aria delle sostanze inquinanti

Con una lettera a sorpresa l’Italcementi ha chiesto all’Amministrazione comunale di Calusco d di poter attivare il 27 dicembre i nuovissimi impianti degli stabilimenti oltre Adda. Il colosso bergamasco entro la fine dell’anno intende dunque collaudare la nuova linea di produzione che sorge a sud della linea ferroviaria, proprio a ridosso del Parco Adda Nord e dell’imponente corso d’acqua, ad un centinaio di metri dal confine con Paderno.
Dalle due enormi ciminiere alte oltre un centinaio di metri, visibili da tutta la Brianza, presto saranno sormontate da una nuvola di fumo bianco.
Le nuove costruzioni fanno parte di un progetto per reimpostare completamente la linea di produzione della società bergamasca. Comprendono un tunnel sotterraneo, parchi polari, sili di deposito, molini per il crudo e per il combustibile solido e nuovi forni. Il tunnel, lungo circa 10 chilometri per un diametro di 4 metri, sostituisce le teleferiche che attualmente collegano le cave di colle Pedrino e Monte Giglio, evitando così anche il ricorso agli autotreni che quotidianamente transitano da Pontida a Calusco. I parchi polari sono invece due depositi circolari completamente chiusi realizzati in una cava per lo stoccaggio della marna, escavata e frantumata nella stessa cava. La nuova linea di cottura infine ha una capacità di 3.600 tonnellate al giorno ed è la parte più appariscente di tutto il progetto.
La Italcementi assicura che, grazie all'ammodernamento degli impianti, le emissioni in atmosfera subiranno un drastico calo con indubbi benefici per tutto l'ambiente, con un calo fino al 55 per cento di polveri, dell'81 per cento di zolfo e del 69 per cento gli scarichi di azoto. Verranno inoltre raccolte le acque meteoriche e di raffreddamento in circuito chiuso, riducendo il consumo del forno a via secca per il condizionamento dei fumi fino a 30mila mc all'anno rispetto agli oltre 200mila mq attuali. A ciò si aggiunge l'abbattimento dell'inquinamento acustico e il recupero dei rifiuti.
Insomma, le due nuovi torri servirebbero proprio per migliorare la qualità ambientale.
Ciò che però preoccupa è l'impatto con il paesaggio. Le due alte strutture si scorgono infatti ovunque e cambiano radicalmente il panorama non solo lungo l'Adda, ma in tutta la zona. Paradossalmente i Ministeri di Ambiente e Beni Culturali hanno detto no alla realizzazione del pozzo di trivellazione petrolifera dell'Agip a Paderno proprio perché di rilevante impatto ambientale. Nessuno però ha detto nulla per gli impianti della Italcementi, che pure sorge a ridosso del Parco Adda Nord, in una zona che si vorrebbe inserire nei luoghi di elevato interesse storico e ambientale tutelati dall'Unesco.

Le associazioni di tutela ambientale - Comitato di Paderno e Verderio che avevano lottato contro la realizzazione del pozzo Agip in località Sernovella e Legambiente in testa – hanno comunque espresso forte perplessità in merito alla decisione di azionare il nuovo impianto proprio nel periodo natalizio, quando anche gli uffici pubblici deputati a verificare la regolarità delle immissioni inquinanti sono chiusi o funzionano comunque a regime ridotto. Nonostante le rassicurazioni della Italcementi sulla riduzione delle polveri fini e dei fumi dannosi, le popolazione della zona, sia in provincia di Bergamo che in quella di Lecco, temono che qualcosa possa andare storto con possibili gravi danni sia all’ambiente sia alle persone. Le temperature elevate dei forni inoltre consentirebbero addirittura di bruciare sostanze altamente tossiche e non solo i rifiuti derivata dalla lavorazione del cemento.
Un gruppo di persone stanno comunque premendo per costringere l’importante gruppo industriale a passare il vaglio della Commissione Via – Valutazione Impatto Ambientale – prima di azionare l’interruttore di messa in funzione delle ciminiere e dell’intera linea di produzione. Lo stesso gruppo ha assicurato che vigilerà costantemente perché le immissioni inquinanti nell’aria siano realmente meno inquinanti di quelle rilasciate dal vecchio stabilimento e che non vengano superate le percentuali stabilite per legge attraverso l’installazione di apposite centraline di rilevamento.
Daniele De Salvo

L'ECO DI BERGAMO 07 NOVEMBRE 2002

Vetture coperte da polvere bianca


CALUSCO D'ADDA Nei giorni scorsi una polvere sottile, scura e consistente, ha coperto le circa cento auto presenti sul piazzale della concessionaria «Autoghinzani» di Calusco d'Adda.
Il danno registrato sulle auto ha obbligato il Comune a porsi qualche quesito sulla salute degli abitanti della zona: quale effetto avrà avuto sulla popolazione, considerando che la concessionaria di Paolo Ghinzani si trova a pochi metri dal popoloso quartiere sorto attorno al centro sportivo che conta circa 800 abitanti?
«Verificheremo con gli enti preposti alla tutela della salute pubblica e con la società Italcementi questa presenza di polveri, procedendo pure all'analisi di campionature di questa emissione», risponde il sindaco di Calusco d'Adda, Rinaldo Colleoni, che è stato informato via fax dall'autoconcessionaria martedì 5 novembre.
Qual è la causa di questa emissione? Il dito è subito puntato contro l'Italcementi, che a voce di un suo funzionario fa sapere che «nello stabilimento di Calusco d'Adda non si sono verificate anomalie nel funzionamento degli impianti», e quindi nessuna fuga di polveri dai camini. L'Autoghinzani dista dallo stabilimento dell'Italcementi circa una trentina di metri e quanto accaduto non è il primo episodio, dando vita nel luglio 2001 a una richiesta ufficiale di informazioni ai sensi della legge 241/1990 attraverso l'avvocato dell'autoconcessionaria Ghinzani. La lettera, inviata all'assessore dell'ambiente Lino Corti, allo studio tecnico, all'Arpa (Agenzia Regionale per l'Ambiente) e all'ASL di Bergamo Dipartimento Prevenzione di Bonate Sotto, informava sulle emissioni avvenute dall'Italcementi con conseguente deposito di polvere sulle autovetture presenti nel piazzale antistante l'autoconcessionaria.
«Nel febbraio 2001 si è verificata una nuova fuoriuscita. Il mio assistito, esasperato da questa situazione, ha provveduto a far analizzare i campioni delle polveri depositate sulle autovetture dallo studio "Polillo s.a.s." di Pavia. Dal referto - si legge nella lettera dell'avvocato Enrico Mastropiero - risulta che "i depositi riscontrati sulle autovetture sono riconducibili con sufficiente sicurezza alle emissioni del cementificio situato nelle vicinanze, in quanto l'alluminato tricalcico (celite) e l'allumosilicato di calcio e magnesio sono costituenti comuni di molti cementi". La lettera poneva il problema dei danni ma soprattutto "di accertare che non ci sia la possibilità di pericolo per la salute dei cittadini"». Paolo Ghinzani ha avvisato il Comune di Calusco d'Adda, l'Arpa e l'Asl inviando un fax in data 5 novembre, ma precedentemente aveva chiamato gli stessi enti non ottenendo soddisfazione, in quanto la competenza era rimandata ad altro ente. «Spero che ora con il fax inviato, con il quale chiedo una verifica della situazione e la verbalizzazione della presenza delle polveri, - fa sapere Paolo Ghinzani, mostrando la polvere presente sulle auto sollevando un tergicristallo dove è avvenuto un piccolo deposito - avvenga al più presto».

Angelo Monzani



MERATEONLINE 25 10 02

LEGAMBIENTE E COMITATO AMBIENTE SI ALLEANO SU ADDA E ITALCEMENTI

Il circolo meratese di Legambiente e il Comitato di tutela ambientale di Paderno e Verderio, archiviata la vicenda del pozzo Agip a ridosso del Parco Adda Nord, guardano alla sponda bergamasca del fiume, dove la Italcementi di Calusco ha realizzato i nuovi impianti di depurazione con due torri alte oltre 100 metri per lo smaltimento dei residui della lavorazione di calcestruzzo. “Guardiamo con preoccupazione – hanno spiegato i responsabili delle associazioni ambientaliste – ai nuovi impianti di Calusco, sia perchè deturpano irrimediabilmente il paesaggio sia perchè potrebbe mettere a repentaglio la qualità dell'aria di tutta la zona.
Legambiente e Comitato hanno deciso di allearsi anche per la realizzazione di un osservatorio di monitoraggio dell'Adda.
I due gruppi hanno inoltre diramato un documento comune con cui esprimono soddisfazione per la risposta del Ministro dell'Ambiente all'interrogazione presentata dagli onorevoli Realacci, Rusconi e Reduzzi sul pozzo “Sernovella 1”. “Vengono ribadite tutte le motivazioni che durante questi anni abbiamo sostenuto per impedire la realizzazione di uno scempio ambientale – dicono – quali la vicinanza ai centri abitati e al Parco Adda Nord e i rischi che potrebbero verificarsi a causa della fuoriuscita di greggio e di gas. La risposta del Ministro ci autorizza a considerare definitivamente archiviato la pratica del progetto dell'Agip di cercare idrocarburi lungo l'Adda”. L'occasione ha pure offerto ai responsabili del Comitato l'opportunità per ringraziare cittadini, sindaci, esponenti delle istituzioni e parlamentari europei che li hanno sostenuti negli anni di impegno per impedire l'installazione della torre metallica alta una sessantina di metri che, con la sua trivella, avrebbe raggiunto una profondità di oltre 6mila metri.






MERATEONLINE 02 07 02
Venerdì si conclude la maratona contro il pozzo Agip
COMITATO DI TUTELA AMBIENTALE E LEGAMBIENTE
IN ALLERTA PER LE DUE TORRI DI CALUSCO D'ADDA


Abbiamo scritto:
Calusco: 120 metri di cemento "bucano" il cielo.
Investiamo per l'ambiente, spiega l'Italcementi
Neppure il tempo di gustare la vittoria contro la realizzazione di un pozzo petrolifero al confine tra Paderno e Verderio, che il Comitato di tutela ambientale dei due paesi è già pronto ad impegnarsi in un'altra battaglia. Nel mirino del gruppo ambientalista questa volta sono finite le due enormi torri dell'Italcemneti spuntate come funghi nel giro di pochi mesi sull'altra sponda dell'Adda, a Calusco. Il Comitato si è riunito ieri sera, lunedì 2 luglio, per decidere la strategia da seguire ed alla fine della discussione è prevalsa l'ipote di aggregarsi a Legambiente che li ha già sostenuti per impedire la realizzazione dell'impianto petrolifero. Ovviamente nessuno pensa di abbattere i due forni, progettati nel 1992 e mai passati attraverso la Commissione Via - Valutazione Impatto Ambientale. Ormai svettano contro il cielo e non può certo tornare indietro. Non resta dunque che fidarsi delle assicurazione della Italcementi secondo cui le nuove torri abbatteranno l'immissioni di sostanze inquinanti e di polveri nell'aria. L'unica strada da seguire è quella di effettuare controlli continui per verificare effettivamente le percentuali di materiale nocivi rilasciato e soprattutto di premere affinché la promessa di mimetizzare attraverso particolari colori i due enormi edifici sia mantenuta. Ciò che infatti preoccupa di più il Comitato di tutela ambientale è l'impatto paesaggistico dei due forni che si scorgono da tutta la zona e che potrebbero spingere l'Unesco a non accogliere la richiesta di inserire il medico corso dell'Adda tra i siti protetti perché rilevanti dal punto di vista storico, culturale e panoramico. Non è comunque escluso che possano inviare una nuova petizione all'Unione Europea perché il Parlamento di Bruxelles si occupi del caso.
Durante un'assemblea pubblica congiunta tra il Comitato e Legambiente prevista per la sera di venerdì 5 luglio alle 21 presso la sala di paderno d'Adda, potrebbero comunque essere resi noti maggiori particolari in merito alla nuova campagna. Venerdì inoltre verrà ufficialmente conclusa la maratona "6.350 firme contro 6.350 metri di follia" che per tutta la primavera ha impegnato numerosi volontari per raccogliere sottoscrizioni contro il progetto dell'Agip. L'iniziativa è stata sospesa anzitempo per l'annuncio di Regione e dei Ministeri di Beni Culturali e delle Attività Produttiva della mancata concessione all'Agip per il pozzo di trivellazione. Sarà inoltre piantato un germoglio di gelso nel punto esatto dove la sezione petrolifera dell'Eni voleva installare la torre in ferro e la trivella.


D.D.S.


MERATEONLINE 01 07 02

Secondo l'azienda i nuovi impianti di produzione, trasporto e stoccaggio riducono le emissioni inquinanti ma l'enorme "torre" viene giudicata uno sfregio al paesaggio

CALUSCO: 120 METRI DI CEMENTO "BUCANO" IL CIELO INVESTIAMO PER L'AMBIENTE, SPIEGA L'ITALCEMENTI

Grande "riservatezza" circonda l'intero progetto. Introvabile il Responsabile tecnico comunale, silenzio dalla Regione, compresi i gruppi di minoranza, nessun commento da parte del Parco Adda Nord. Non è chiaro se il nucleo Valutazione Impatto Ambientale (Via) abbia dato un parere.

Si trovano a Calusco d'Adda, ma si vedono da Imbersago, Paderno, Robbiate, Montevecchia e persino da Verderio. Impossibile non notarle con i loro 120 metri di altezza e la forma cubica imponente alla cui base sorgono altri due edifici, ancora sormontati da gru perché l'intero complesso della Italcementi deve essere ultimato.
Le nuove costruzioni fanno parte di un progetto per reimpostare completamente la linea di produzione della società bergamasca. Comprendono un tunnel sotterraneo, parchi polari, sili di deposito, molini per il crudo e per il combustibile solido e nuovi forni. Il tunnel, lungo circa 10 chilometri per un diametro di 4 metri, sostituirà le teleferiche che attualmente collegano le cave di colle Pedrino e Monte Giglio, evitando così anche il ricorso agli autotreni che quotidianamente transitano da Pontida a Calusco. I parchi polari sono invece due depositi circolari completamente chiusi realizzati in una cava per lo stoccaggio della marna, escavata e frantumata nella stessa cava. La nuova linea di cottura infine prevede una capacità di 3.600 tonnellate al giorno ed è la parte più appariscente di tutto il progetto.
La Italcementi assicura che, grazie all'ammodernamento degli impianti, le emissioni in atmosfera subiranno un drastico calo con indubbi benefici per tutto l'ambiente, con un calo fino al 55 per cento di polveri, dell'81 per cento di zolfo e del 69 per cento gli scarichi di azoto. Verranno inoltre raccolte le acque meteoriche e di raffreddamento in circuito chiuso, riducendo il consumo del forno a via secca per il condizionamento dei fumi fino a 30mila mc all'anno rispetto agli oltre 200mila mq attuali. A ciò si aggiunge l'abbattimento dell'inquinamento acustico e il recupero dei rifiuti.

Insomma, le due nuovi torri servirebbero proprio per migliorare la qualità ambientale.
Ciò che però preoccupa è l'impatto con il paesaggio. Le due alte strutture si scorgono infatti ovunque e cambiano radicalmente il panorama non solo lungo l'Adda, ma in tutta la zona. Paradossalmente i Ministeri di Ambiente e Beni Culturali hanno detto no alla realizzazione del pozzo di trivellazione petrolifera dell'Agip a Paderno proprio perché di rilevante impatto ambientale. Nessuno però ha detto nulla per gli impianti della Italcementi, che pure sorge a ridosso del Parco Adda Nord, in una zona che si vorrebbe inserire nei luoghi di elevato interesse storico e ambientale tutelati dall'Unesco. In questo caso però nessuno si è ancora mosso per protestare.

Il presidente del Parco Adda Nord, il dottor Lecchi, interpellato sulla questione ha risposto dicendo che il complesso sorge al di fuori dei confini dell'ente e che quindi non rientra nelle sue competenze occuparsi della vicenda. "La questione - ha detto - non ci riguarda e nessuno ci ha mai domandato un parere in merito e quindi non vedo perché dovremmo fare qualcosa". In Regione Lombardia la risposta è ancora più drastica: nessuno si presta a rispondere alle domande ed anche i gruppi politici che solitamente sostengono le istanze ambientaliste non osano pronunciarsi. Stessa sorte a Calusco, dove il responsabile dell'Ufficio Tecnico pare sempre impegnato in sopralluoghi per il paese e non ha mai tempo per rispondere alle telefonate.

Solo il Comitato di tutela ambientale di Paderno e Verderio che ha sventato con successo il pericolo del pozzo di trivellazione dell'Agip, pare intenzionato a studiare la vicenda. Questa sera, lunedì 1 luglio, si riunirà proprio per decidere come comportarsi. Al gruppo infatti sono già giunte parecchie richieste di intervento o almeno di interessamento, anche se ormai le due torri sono costruite e indietro non si può più tornare. I responsabili del Comitato hanno comunque già preso contatti con diverse associazioni ambientaliste per valutare i margini di manovra e soprattutto per capire se i progetti della Italcementi sono stati approvati dalla Commissione Regionale Via - Valutazione Impatto Ambientale - oppure da qualche altro organismo di controllo, o se è bastata una semplice concessione del Comune di Calusco.

No comments:

Labels