Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Saturday, February 28, 2015

Le proposte di Legambiente Bergamo

Le Proposte di Legambiente Bergamo

ITALCEMENTI: LE NOSTRE PROPOSTE


Lettera aperta ai sindaci interessati alle provincie di Bergamo e Lecco all’agenda XXI locale area Dalmine Zingonia Isola bergamasca, al parco Adda Nord, alle Provincie di Bergamo e di Lecco.Com’è noto Italcementi, lo scorso ottobre 2014, ha presentato una richiesta di autorizzazione per incrementare dagli attuali 30.000 t/anno fino a 110.000 t/anno l’utilizzo di rifiuti solidi non pericolosi in sostituzione del Pet-coke nell’impianto di Calusco D’Adda (BG). Tale progetto è soggetto a procedura di VIA provinciale e lo scorso 18 febbraio si è tenuta la prima conferenza di servizi.La richiesta rientra nel campo dei cosiddetti “Combustibili Solidi Secondari”, che andranno a produrre oltre il 50% del calore necessario al forno di cottura del clinker. Per Combustibili Solidi Secondari (CSS) s’intendono i combustibili solidi prodotti da rifiuti non pericolosi, sia di origine urbana che speciale (compresi i rifiuti industriali), che rispettano le caratteristiche individuate delle norme tecniche UNI CEN/TS 15359 e s.m.i.La parziale sostituzione di un combustibile come il Coke di petrolio, che è la frazione solida terminale della raffinazione del petrolio e contiene alti tenori di zolfo e di metalli tossici (Vanadio 2000 mg/kg, Nichel 400 mg/kg), rappresenta l’occasione per ridurre in modo significativo l’impatto ambientale di un impianto che è tra le maggiori fonti emissive industriali della Lombardia e si trova all’interno del Parco Adda Nord.C’è però da sottolineare innanzitutto come l’impianto Italcementi di Calusco D’Adda, già da 7 anni, sia autorizzato ad utilizzare rifiuti non pericolosi quali il Combustibile Derivato da Rifiuti “CDR” (30.000 t/anno) in parziale sostituzione del coke di petrolio per l’alimentazione del forno di cottura. Questa autorizzazione era stata oggetto di un lungo iter partecipativo che aveva coinvolto, oltre al comune di Calusco d’Adda, molti comuni del territorio circostante (sia in provincia di Bergamo che in provincia di Lecco), le forze sindacali, gli enti di controllo istituzionali quali ARPA e ASL, le amministrazioni provinciali di Bergamo e Lecco, nonché i portatori d’interesse diffuso compresa la nostra associazione. Al termine di questo iter era stato sottoscritto un accordo, sfociato poi in una convenzione all’interno della quale Italcementi assumeva diversi impegni con le amministrazioni locali che ad oggi non sono completamente attuati.In particolare Italcementi si assumeva l’impegno di riattivare lo scalo merci ferroviario all’interno del sito produttivo con conseguente riduzione dei trasporti su gomma. Questo impegno è ad oggi disatteso, a quanto pare per lungaggini burocratiche.Il trasporto ferroviario è di importanza primaria per un Paese che punta a migliorare la sua capacità produttiva e di coesione sociale, ed è al contempo di gran lunga maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale, rispetto al trasporto su gomma. Si avrebbero diminuzione dei costi ambientali dovuti al traffico e all’inquinamento, ma anche di quelli sociali e sanitari dovuti agli incidenti stradali. Quindi ci deve essere un impegno ed uno sforzo affinchè il trasferimento delle merci dalla gomma alla rotaia divenga realtà nei tempi più rapidi possibili.In questo contesto riteniamo imprescindibile che l’esperienza del tavolo di confronto, aperto in passato grazie all’Agenda XXI locale, che coinvolse tutti i portatori d’interesse diffuso presenti sul territorio, debba essere nuovamente promosso dalle amministrazioni comunali coinvolte (in primo luogo dal comune di Calusco D’Adda), in quanto i sindaci, in qualità di autorità sanitarie, sono responsabili della salute dei cittadini e le emissioni di Italcementi non riguardano solo il territorio di Calusco. Le amministrazioni comunali hanno l’obbligo morale e legislativo di collaborare tra loro e di confrontarsi con le istituzioni preposte a rilasciare l’autorizzazione.A questo proposito lanciamo alle amministrazioni comunali interessate una serie di proposte da analizzare e discutere all’interno del tavolo di confronto:1. Venga fissato un percorso con tappe certe affinché si giunga nei tempi più brevi possibili all’entrata in servizio dello scalo merci ferroviario. Siamo quindi a sollecitare oltre la società Italcementi, anche i sindaci che hanno sottoscritto l’accordo affinché, per quanto di loro competenza nell’interesse dei cittadini, compiano tutti gli atti necessari al rispetto di questo fondamentale impegno.2. Per quanto riguarda il progetto: la sostanziale riduzione dell’impatto ambientale è una necessità imprescindibile. Quindi una generale riduzione dei limiti alle emissioni deve essere la premessa per sollecitare l’impiego delle migliori tecnologie disponibili. Un sistema efficiente ed efficace che parta innanzitutto dall’abbattimento degli Ossidi di azoto (NOx) con il dimezzamento delle emissioni attraverso l’installazione, a valle dell’attuale DeNOx termico, di un impianto DeNOx catalitico analogamente a quanto Italcementi ha installato nella propria cementeria di Rezzato (BS). La riduzione degli ossidi di azoto, in una fonte emissiva importante come quella di Italcementi è di fondamentale importanza per l’impatto ambientale. Questa classe d’inquinanti, oltre a contribuire alle “piogge acide” (siamo nel parco Adda Nord), costituisce il “precursore” per la formazione nell’atmosfera di polveri sottili (PM10) e, per azione delle radiazioni UV solari, di formare Ozono e il cosiddetto smog fotochimico (Alchilnitrati, Perossiacetililnitrati PAN, ecc). I danni maggiori alla salute umana dovuti direttamente e indirettamente alle emissioni di NOx si verificano nei bambini: perché hanno una frequenza respiratoria maggiore, e il sistema immunitario non è ancora completo. Su chi soffre di asma: perché presentano difficoltà respiratorie. Provocano allergie e irritazioni: perché il biossido di azoto esercita il suo effetto tossico principalmente sugli occhi, sulle mucose e sui polmoni. Sulla vegetazione: perché altera gli equilibri ecologici e ambientali.3. Chiedere formalmente alla provincia di Bergamo di subordinare l’autorizzazione alla:• riduzione dei valori limite alla concentrazione massima degli inquinanti emessi dal forno di cottura ove si impiegano i CSS ai livelli consentiti dall’applicazione delle MTD (NOx < 400 mg/Nm3S, polveri < 5 mg/Nm3S, metalli tossici D.Lgs. 133/2005 < 0,05 mg/Nm3S, PCDD/F < 0,05 ng/Nm3 comprensivi di PCB dioxin like)• prescrizione di un sistema di limiti all'emissione degli inquinanti dal forno di cottura del clinker espresso come flusso di massa orario e annuo basati sulla concentrazione media attesa a seguito dell'applicazione del sistema SCR (es. NOx < 200 mg/Nm3; polveri < 2 mg/Nm3);• Limitazione dell'autorizzazione all’utilizzo delle tipologie di CSS con contenuto di metalli tossici D.Lgs. 133/2005 inferiore o uguale a quello del PetCoke (pesato rispetto al potere calorifico) al fine di non aumentare l'emissione dei metalli tossici;• stipula di un protocollo di sperimentazione, come avvenuto in passato e come avviene in analoghe situazioni sia in Italia che nel resto d’Europa, che verifichi l’effettivo miglioramento delle emissioni a seguito della progressiva sostituzione del combustibile nel forno di cottura del clinker; dovrà essere verificato anche che diminuiscano o comunque non aumentino le emissioni dei microinquinanti organici e dei metalli pesanti tossici;• vincolo all'utilizzo di CSS disponibili nel bacino provinciale prima di poter accedere a fornitura extraprovinciali;• adozione di procedure di controllo delle forniture e tracciabilità dei CSS utilizzati.4. Chiedere alla Regione Lombardia di riconoscere la sussistenza delle condizioni per istituire un “Osservatorio Ambientale” come previsto dalla legge regionale n°5/10 in materia di VIA all’art. 8.Riteniamo infine che sottovalutare le richieste di Italcementi e lasciare l’impianto nelle attuali condizioni risulti controproducente soprattutto per chi si dichiara a favore della tutela della salute dei cittadini. Tale richiesta progettuale deve rappresentare uno stimolo per migliorare l’impatto ambientale subito, senza rimandare il tutto ad un futuro incerto.Pensiamo che Italcementi possa continuare a convivere con un territorio e una comunità che ha subito e continua a subirne gli impatti ambientali e sanitari, ad una condizione: che questa importante presenza industriale sappia interpretare il proprio patto di convivenza assumendosi la responsabilità, in termini di investimenti tecnologici e di filiera produttiva, di ridurre in modo molto significativo l'insalubrità della propria attività. Chiediamo in primo luogo agli amministratori pubblici di sapere essere controparte responsabile e rigorosa della dirigenza aziendale: pensiamo che un clima favorevole agli investimenti industriali non possa risiedere nel nulla-osta ad inquinare. La chiarezza riguardo ad obiettivi ed aspettative di benessere collettivo, che Italcementi ha più volte dichiarato di voler perseguire, costituirà la cornice di certezze e garanzie sia per la salubrità e la sostenibilità ambientale che per l'esercizio e lo sviluppo dell'attività produttiva.Come associazione siamo disposti a mettere le nostre competenze e la nostra credibilità a servizio di un processo trasparente che contemperi le esigenze industriali e le tutele ambientali e sanitarie, tenendo insieme tutti gli interessi legittimi, a condizione che questo processo si svolga con regole chiare e saldamente presidiate dalle istituzioni pubbliche.

No comments:

Labels